DOVE GLI DEI SI PARLANO

Fotografie, racconti, film, musiche, suoni - di e con Monika Bulaj

Monika Bulaj, fotoreporter di fama internazionale racconta la sua fotografia con una performance teatrale ricca di immagini, racconti, musiche e suoni. Elementi raccolti sul campo nei molti anni di “viaggio” nelle ultime oasid’incontro tra fedi, zone franche assediate dai fanatismi armati, patrie perdute dei fuggiaschi di oggi. Luoghi dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca, e dove, dietro ai monoteismi, appaiono segni, presenze, gesti, danze, sguardi. In una parola: l’uomo, la sua bellezza, la sua sacralità inviolabile, ostinatamente cercata anche nei luoghi più infelici del Pianeta, seguendo il sole, la luna, le stagioni, i culti e i pellegrinaggi, in una “mappa celeste” che ignora gli steccati eretti dai predicatori dello scontro globale. Un mondo parallelo e poco raccontato che va dall’Asia centrale all’America Latina, dalle Russie al Medio Oriente, e ti riconsegna la bellezza nella contaminazione: i riti dionisiaci dei musulmani del Magreb, il pianto dei morti nei Balcani, i pellegrinaggi nel fango degli Urali, l’evocazione degli dei in esilio oltremare, sulla rotta degli “scafisti” di un tempo, a Haiti e Cuba, dove la forza spirituale della terra madre diventa rito vudù, santeria, rap mistico, samba, epitalamio e mistero. E ancora il cammino dei nomadi dell’Asia, che si portano dietro le loro divinità, come gabbiani dietro a una barca da pesca nel deserto. 

 

Questo lavoro è cambiato negli anni. All’inizio documentavo le piccole e le grandi religioni nelle ombre delle guerre antiche e recenti.

Ad un certo punto sono state le mie immagini a cercarmi, a parlare da sole, raccontando delle preghiere e dei sogni, dell’acqua e del fuoco, della memoria, del teatro della festa dei morti, della via dei canti. 

Ora quello che faccio è una cosa semplice, quasi infantile: raccolgo schegge di un grande specchio rotto, miliardi di schegge, frammenti incoerenti, pezzi, atomi, forse mattoni della torre di Babele…

Forse solo questo può fare il fotografo: raccogliere tessere di un mosaico che non sarà mai completo, metterle nell’ordine che gli sembra giusto, o forse solo possibile, sognando, quell’immagine intera del mondo che magari da qualche parte c’è, o forse c’era e s’è perduta, come la lingua di Adamo.   Monika Bulaj

 

 

ATTENZIONE:

La partecipazione è gratuita con prenotazione obbligatoria (posti nonnumerati) fino ad esaurimento della disponibilità. Le prenotazioni saranno valide fino a 20 minuti prima dell’inizio dello spettacolo, dopodiché, in caso di richiesta verranno cedute.

 

Lo spettacolo sarà preceduto da un saluto dell’Associazione ospitante e delle autorità locali presenti.

 

NOTA: Le prenotazioni saranno possibili a partire dadomenica 1 settembre.

 

Data: 20 ottobre 2019

Luogo: Teatro comunale di Nago

Orario: 15.00 

Informazioni e prenotazioni: info@ilfotogramma.org